venerdì 18 giugno 2010

25. Pioggia d'ottobre

“Dunque non ne sapete niente…” Giovanni è come pietrificato: “Spiegatemi per favore.” Io tentenno intimidita dal suo gelo: “Antonio mi ha fatto recapitare una lettera per mano di Rita, sua sorella, circa una settimana prima che mi portaste la Vostra…” Mi guarda come se si aspettasse il peggio: “Una lettera… di che genere?” Non c’è un altro modo per dirlo e come se non bastasse comincia a piovere: “Direi… una dichiarazione d’amore.” Giovanni porta una mano alla faccia e ci si preme le tempie. Espira pesantemente. “E Voi che avete fatto?” Mi sento accusata: “Proprio niente. Non gli ho nemmeno risposto… mi ha colta davvero di sorpresa…” Sembra molto provato. Ha l’aria di uno che sta capendo tante cose tutte insieme e parla come se stesse pensando a voce alta: “Antonio era a conoscenza dei miei sentimenti e che avrei scritto la lettera. Ero io a non sapere nulla di ciò che gli passava per la testa e per il cuore. Mi ha voluto battere sul tempo.” Non riesco a crederci: “Dite che l’ha fatto di proposito?” Lui sembra ricomporsi: “E’ meglio che io non dica nulla prima di aver parlato con lui.” Intanto la pioggia prende corpo. Lui ritrova un sorriso per me. Solleva la mia mano e la sfiora con la guancia. Io assaporo quell’intimo gesto per tutta la sua durata. “Ora è meglio che andiate, casa Vostra è poco distante.” Mi congedo con un cenno del capo e proseguo da sola. “Correte o vi bagnerete!” Adoro la sua premura.

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