sabato 12 giugno 2010

21. La veranda

A casa nostra c’è un’ insolita stanza. Noi la chiamiamo “veranda” ma somiglia più a una serra. Insolita sì, o quantomeno originale. Non se ne trova un’altra in tutta l’isola. E’ grande quanto tutto il resto della casa. Sta al piano terra e dà sull’orto. Su tre lati ha vetrate intelaiate da una struttura di metallo tinteggiato verde prato. Pavimento di marmo alla Veneziana. D’estate è completamente vuota. Solo un paio di sedie in ferro bianche scrostate dal sole, tanto gracili quanto pesanti. Dimenticate lì. Scomposte. Non ci va nessuno, è come entrare in un forno. D’inverno diventa un labirinto boscoso. Mamma e papà ci portano tutte le piante dell’orto per il “letargo” invernale al riparo dalle gelate così diviene il luogo perfetto per le piccole che ci giocano a nascondino con gran cautela a non spezzare rami o foglie sennò: “poi mamma chi la sente!”
Una volta ci ho pure visto mia sorella Norma… con Corrado, e ben prima che fossero fidanzati in casa! Lo ricordo come fosse ora. Era il primo di novembre e, come domenica prossima, cadeva la Sagra di Ognissanti. Tutto il paese stava al campo della chiesa avvolto nel fumo del pesce arrostito e sazio del denso odore di fritto. Una bonaria ressa stonava canti alticci in faccia all’imponente massa di polenta in fette già tagliate a filo, pronte da prendere e addentare. Era il giorno dell’anno che tutti aspettavamo. Era il giorno dell’abbondanza. Per l’occasione molti pescatori offrivano una parte del loro bottino e ogni famiglia portava un litro di olio nuovo e una bottiglia di vino. Nell’aria tutta l’euforia e l’ebbrezza di gente che sembrava dover essere ricompensata, in una sola sera, delle fatiche di un anno intero. Non era ancora buio quando mamma mi ha chiesto di fare un salto a casa per prendere un vaso di marmellata di pesche che aveva promesso alla Signora Rosa, la padrona della locanda, e che aveva dimenticato. E’ stato fin troppo facile veder sbucare da quel groviglio di piante, la testa di Corrado alto com’è, per quanto accovacciato! Quei due stavano troppo vicini! Ma la scena era schermata dal fitto fogliame e quindi non posso e non voglio pensare che stessero facendo nulla di diverso dal parlarsi all’orecchio. Questa cosa la so solo io. Nemmeno a Norma l’ho mai detto… anche perché con quel caratterino è meglio tenersela buona! Ricordo però che al tempo mi sono sentita in diritto di giudicarla… ma ora la capisco molto di più.
Poche settimane dopo, Corrado è venuto a chiedere a papà il permesso di frequentarla. Da allora sono fidanzati ufficialmente e mi sa che fra non molto annunceranno il loro matrimonio.
Sono ben assortiti quei due e si vogliono un gran bene, si vede! E poi Corrado porta l’allegria a casa nostra. Ogni volta che c’è qualche festa e ci viene a trovare ci travolge a suon di barzellette, specialmente quando mio padre gliene versa uno di troppo!

1 commento:

  1. La cosa più bella di questo episodio è il riferimento alla festa dell'abbondanza. La festività così descritta, richiama usanze arcaiche risalenti ai primordi della civiltà. E' bello constatare come le tradizioni uniscano, in ogni tempo e in ogni luogo, il cammino dell'umanità.D

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