sabato 12 giugno 2010

20. Il rientro

Galoppo. Trotto. Passo. Ho il fiato corto. Al capitello la madonnina azzurra mi guarda. Non riesco ad ignorarla ma mi sorride ed io ricambio. Proseguo verso casa. Un passo un pensiero: Ora che accadrà? - Quando lo rivedrò? - Non gli ho chiesto come mai era sparito - “Vai angelo, che ti staranno aspettando” - Devo togliere il pettinino prima di rincasare - Non gli ho chiesto di Antonio - “Vai angelo, che ti staranno aspettando” - Forse ho fatto qualcosa di sconveniente - Ci avrà visti qualcuno? - La signora Rina forse! - “ Vai angelo, che ti staranno aspettando” - Devo togliere il pettinino prima di rincasare - I suoi occhi - Le sue mani - “ Vai angelo, che ti staranno aspettando”.
Davanti al cancello di casa cerco di darmi un contegno. Faccio un bel respiro e rilasso la faccia per eliminare ogni residuo di quel sorriso euforico che mi sento dentro e somigliare di più alla Bianca di un’ora fa. Entro. Mamma sferruzza calze di lana rosse: “Va meglio?” Io tolgo lo scialle e lo appoggio sulla sedia: “Si, avevi ragione. Una passeggiata mi ha fatto bene”. Le schiocco un bacio sulla guancia e mi dirigo verso le scale. Lei guarda dalla finestra continuando a sferruzzare e con tono monocorde m’interpella: “Che hai in testa?” La sua domanda mi arriva come una stilettata. Non posso crederci: non l’ho tolto! “...No, niente... un fermaglio... l’ho trovato per terra...”. Continuo a salire le scale con accorta indifferenza. Non sento replica. Solo un botta e risposta tra il cigolio dei gradini sotto i miei piedi e lo scricchiolio della sedia sotto le sue ossute terga.

1 commento:

  1. "Che hai intesta?" Un fermaglio di nome Giovanni, ah,ah. Sono entrato nella storia ormai.D

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