domenica 13 giugno 2010

22. Condivisione tra pari

Stamane uscendo dalla mia stanza sento uno scrosciar di libri. Proviene dalla camera delle grandi. La porta è aperta, mi affaccio: “Che succede?” Norma trasale mentre ancora si copre dalla frana di cultura precipitatale addosso. E’ sopra l’armadio che tiene i suoi “sacri”testi . Li nasconde perché mamma e papà non vedono di buon occhio i suo interesse per la politica. Qualche foglio ancora svolazza per la stanza e lei si affanna a raccoglierli. E’ evidente che la mia presenza la innervosisce: “Ti aiuto?” Lei si affretta a recuperare i suoi tesori: “No… grazie… faccio da me”. Io entro nella stanza e siedo sul suo letto: “Stai tranquilla, a me non interessa quello che leggi, non lo dirò a mamma”. Lei, con aria circospetta, rilassa le spalle ed emette uno sbuffo di sollievo: “Grazie … Se li scopre va a finire che me li butta nel canale! Ti devo un favore…” Con il piede spinge la piccola slavina sotto l’armadio e viene a sedersi accanto a me: “…A volte mamma non vede più in là del proprio naso…” Io le sorrido complice: “Se davvero fosse come dici quei libri sarebbero spariti già da tempo… mamma non è stupida…” Lei alza un sopracciglio e guardando in alto: “Uhmm… si, beh… forse non lo è… ma tu? Che mi dici con quell’aria stralunata? ” Io tocco e fuggo una risatina incontrollata che mi incendia la faccia: “Niente, che ti devo dire?”Con le dita tormento l’intimo scritto che nella tasca sta per fare capolino mentre seguo il bagliore di follia che spinge il suicida a lanciarsi nel vuoto. Lei, con fare canzonatorio, mi picchietta sulla fronte il suo indice inquisitore di sorella maggiore: “Non me la racconti giusta. Vuota il sacco piccoletta!” Ma con quel dito spinge indietro ogni mia voglia di condivisione fra pari ed ingoio l’accorata confessione che un attimo prima avevo bella e pronta lì a pizzicami la punta della lingua. Mi alzo e vado verso la porta. Sulla soglia mi giro e guardandola dritto negli occhi: “Non ti credere tanto più donna di me cara Norma… e comunque sono due i favori che mi devi.” Lei rimane atterrita dalla mia inconsueta risolutezza. Scendo, e ad ogni gradino rafforzo il concetto che mi si fa sempre più chiaro in testa: non voglio sporcare nel pettegolezzo ciò che è puro e perfetto. Resterà solo mio. Anche se a volte mi sento scoppiare, resterà solo mio. E di Giovanni.

1 commento:

  1. Biancaspina diventa sempre più donna e comincia a scoprire che la capacità di usare i "filtri" è una necessità sociale. D

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