sabato 12 giugno 2010

16. Il dono

Per fortuna in casa non c’è nessuno a parte mamma che sta indaffarata in cucina. La aggiro uscendo dalla veranda. Mi fermo al cancello. Arriva qualcuno. E’ Corrado, il fidanzato di mia sorella Norma, che passa in bicicletta. Appoggio le spalle al muretto come se fossi sempre stata lì. Do un’occhiata rapida al pacchetto. C’è ancora. Corrado passa davanti a me. Lo saluto con la mano. Non ha notato niente. Non c’è più nessuno. Mi avvio cauta verso la riva. Mi accovaccio abbracciandomi le ginocchia. Preso. Tengo il pacchetto premuto sul ventre coprendolo con le braccia e filo via. Salgo le scale al ritmo impazzito del mio cuore. “Dio aiutami!” Arrivata nella mia stanza lo poso sul letto e cerco di riprendere fiato. Ripenso allo sguardo serio di Giovanni e non so più se voglio aprirlo. E’ una piccola scatola avvolta in un bianco tessuto d’organza e fermato con un prezioso nastro rosa. Non ci può essere nulla di brutto in un pacchetto così. Prendo coraggio. Snodo adagio il nastro e svolgo il tessuto. Ne esce un cofanetto di legno con sopra incisa una frase “Qui dentro c’è il mio cuore ”Apro. Rimango estasiata. E’ il più meraviglioso oggetto che io abbia mai visto. Un pettinino bianco perlato ricoperto di delicate primule di raso e pietruzze luccicanti. Lo appunto subito ai capelli e corro allo specchio. Mi sento una sposa. Torno sul letto e vedo che nel cofanetto c’è anche una busta piegata in due. E’ una lettera.

“Mia Amata,
se state leggendo queste righe forse avrete almeno considerato di accettare il mio piccolo dono e se insieme ad esso voleste accogliere anche tutto l’Amore che ho per Voi mi rendereste l’uomo più felice al mondo.
I miei sentimenti si scrivono da soli tanto è il trasporto che ho verso di Voi.
Lasciate che io mi perda nella gioia dei Vostri occhi.
Lasciate che io mi desti al tintinnio delle Vostre risate.
Lasciate che io raccolga le vostre lacrime e ne faccia acqua fresca da bere d’estate.
Lasciate, Vi prego, che io mi prenda cura di Voi per l’eternità e so che tutta la mia vita acquisterà un senso.
La Vostra felicità è la mia.
Non dite nulla. Io capirò.
Giovanni”

Passa una lacrima sulla mia faccia, sulle labbra si fa dolce e diviene una carezza.

1 commento:

  1. Che tempi. Quanta grazia: Mi piacerebbe essere nato nel'ottocento. Solo un appunto se mi posso permettere: sei sicura che sia corretto dire:
    "E’ il più meraviglioso oggetto "?
    Io credo di no. D

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