Quand’è tardo pomeriggio, la domenica, i ragazzi usano fare il giro dell’isola e noi ragazze ce ne stiamo davanti casa a chiacchierare. E’ quasi un tacito accordo per incontrarsi pubblicamente, ragazzi e ragazze, ma il tutto si risolve in qualche rapido sguardo d’intesa o qualche fuggevole parola. La vita di paese è così, tutti sanno tutto di tutti e non c’è alcuna possibilità di sfuggire all’occhio matriarcale di quest’isola dove nulla rimane privato a meno che non avvenga entro le mura di casa e coperto da un fittissimo silenzio.
Per noi ragazze questo è il momento più bello della settimana. Prima di uscire ci prepariamo: qualche elastico sapientemente posizionato e qualche fazzoletto accartocciato nei punti giusti a renderci più prosperose, dei bei pizzicotti per dare un po’ di colore alle guance, qualche morso alle labbra inumidite ci fa da rossetto, pochi tocchi con le dita a sistemare le onde dei nostri capelli ed eccoci pronte per farci ammirare dai nostri pretendenti ma con la massima disinvoltura e naturalezza se non anche un vago distacco che ci rende misteriose ed irraggiungibili ma al contempo irresistibili. La sfida è riuscire a sgattaiolare fuori senza farsi vedere da papà che sicuramente avrebbe qualcosa da ridire sul nostro aspetto… ma ci riusciamo sempre, anche perché in genere a quell’ora papà riposa nell’amaca sotto agli alberi di fico.
I ragazzi passano a piccoli gruppi in base all’età ed ognuno sceglie la ragazza da corteggiare ma si sa che alcune, le più carine, le più popolari, suscitano l’interesse di molti di loro ed è proprio così che cominciano i guai.
Una scena d'altri tempi, commovente e vera.Quel riposino sotto l'amaca poi! Io la uso spesso e guardo le cime degli alberi che mi sovrastano pieni di vita e di suoni. Le cicale che ti stordiscono e i pettirossi che si scambiano messaggi d'amore! Un tuffo nella natura. Dino
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