mercoledì 23 giugno 2010

27. Cuore di sposa

Apro gli occhi. Con un gesto secco e troppo ampio mi libero dalle coltri. Franca protesta scocciata e si aggomitola stretta stretta ficcandosi sotto, ai piedi del letto. Il freddo mi rattrappisce. Lo stomaco si contorce intorno all’amaro di questa nottata. Devo proprio affrontarlo questo giorno infame? Mi tocca. Mi avvicino alla finestra e guardo fuori dalla fessura di un balcone mezzo scassato. Passano due barche di pescatori di ritorno dalla notturna. Bandierine colorate sventolano a prua. Oggi c’è sagra. Ecco qua: un allegro momento di aggregazione in cui tutto il paese saprà ben di che parlare! Ed io, bella statuina, guardo la mia vita disfarsi come un maglione di lana vecchio che probabilmente diventerà un calzettone per la caccia in palude! Mi vesto fiaccamente e inizio la mia via crucis verso quest’orribile sorte. Ogni gradino di queste scale mi parla di rabbia ed ingiustizia, mi strilla in faccia che non può essere così. Io non sono un calzettone! Sono una sposa pura e perfetta, anche il mio nome è d’accordo con me. Chiunque creda il contrario non sta guardando il mio cuore ma il marciume che galleggia nel suo!

1 commento:

  1. Un altro quadretto che ci fa vedere l'introspezione profonda di un'anima candida.Una volta lessi una frase:"Non bisogns ridere delle lacrime di un bambino,tutti i dolori sono uguali" Ne ho tratto un grande insegnameto che mi fa prendere sul serio le perplessita di questa dolce adolescente.D

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