sabato 12 giugno 2010

3. La mamma

Mamma è una gran donna. Tanto minuta nel corpo quanto sconfinata nell’animo. E’ il centro della nostra famiglia e se non ci fosse saremmo tutti perduti, a cominciare da mio padre. Porta i capelli raccolti dietro, in un piccolo nido castano. La pelle dorata dal sole, gli occhi piccoli ma pieni di sentimenti. Severa e complice con tutti noi, ci ama ed io lo sento.

Qualche anno fa, mi ricordo – avrò avuto undici anni – giocavo sulla riva insieme a Franca, la piccola. La facevo camminare lungo il muretto che costeggiava il canale, tenendola per mano e a lei piaceva perché così raggiungeva quasi la mia stessa altezza e si sentiva grande. Procedevamo insieme per un bel pezzo, poi le lasciavo la mano, facevo un passo indietro, le rivolgevo le braccia e lei si lanciava, io la prendevo al volo e ritornavamo lungo la riva ripercorrendo lo stesso tratto, poi di nuovo sopra al muretto e da capo. Questo era il gioco.
All’ennesimo ripetersi di quel percorso sempre uguale, la piccola era di nuovo pronta a saltare, ma un pesce guizzò nel canale ed il mio sguardo lo afferrò. Un attimo dopo Franca era in acqua. Nemmeno il tempo di pensarlo ed era già successo. Franca si era sbilanciata all’indietro forse distratta anche lei dal quel guizzo.
Ancora oggi ho in mente i suoi occhi spalancati e confusi.
Rimasi immobile per un istante finché udii un pianto forte e continuo emergere dall’acqua. Mi sporsi dal muretto e la vidi lì, tutta bagnata e piena di fango, seduta nella secca. Ringraziai Dio per quella secca che non la fece annegare e per quel fango molle che non le fece male.
Scesi nel canale e la presi in braccio cercando di rassicurarla. In quel momento, quando capii che Franca stava bene, il mio primo pensiero fu: “Mamma mi ammazza!”.
Per fortuna mamma e papà stavano raccogliendo i carciofi insieme a Norma e Iole.
Entrai in casa come un ladro e portai Franca in camera, le tolsi i vestiti e con uno straccio bagnato la ripulii dal fango, quando all’improvviso una voce dietro di me:
“Cosa hai fatto!?”.
“Zitta Dalia! Aiutami, invece! Prendi dei vestiti puliti per Franca!”.
Lei avanzò un passo verso il comò ma subito si fermò:
“Prima dimmi cosa hai fatto!”
Io, stizzita:
“L’ho persa in acqua, va bene! L’ho persa, sei contenta adesso?! Ora dammi una mano, e se lo dici a mamma non so cosa ti faccio!”.
Alla fine riuscimmo a sistemare Franca prima che rientrassero i miei, lavai persino tutti i suoi vestiti sporchi e li riposi nell’armadio ancora bagnati nella speranza che asciugassero presto, al riparo da occhi indiscreti. Ma la cosa più impegnativa fu convincere Franca a non parlare di quel brutto episodio.
All’imbrunire tornarono i miei. Mamma si accorse subito che c’era qualcosa di strano:
“Ma stamane Franca non aveva il vestito a fiori?”.
Io, fingendo di non sentire, rimasi zitta e scivolai nell’altra stanza, il mio cuore era un treno! Poi silenzio, sentivo il mio sangue che saliva alla faccia. Poi di nuovo rumore di stoviglie e di faccende domestiche. Forse l’avevo passata liscia… forse.
Nei giorni successivi tutto sembrò andare per il meglio…
Mamma aveva capito che l’avevo combinata grossa ma, intuendo il peso enorme dei miei sensi di colpa, aveva saputo tacere. Da lì in poi non ricordo un giorno in cui non abbia pronunciato le parole: “Ti raccomando Franca!”
Mamma è una gran donna. Guardo lei e capisco il senso della mia vita. So cosa voglio essere e lo sarò.

1 commento:

  1. La mamma è sempre una gran donna e soprattutto lo è se sa fare da tramite tra la necessaria severità del padre e i figli: la mamma capisce e perdona ma forse anche papà capisce e perdona. Ma lui non può farlo capire!Dino

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