La vita di una giovane donna degli anni '20: brevi racconti in diretta dalla laguna
martedì 15 giugno 2010
24. Riva o interno?
“Spero la mia compagnia Vi sia gradita, magari per un piccolo tratto, mentre andate verso casa…” Io sorrido compiacente: “Riva o interno?” Lui infila le mani in tasca: “Conducetemi Voi.” Mi fermo per un attimo, un po’ disorientata da quella inconsueta concessione. Non capisco se mi lusinga o mi infastidisce. Il valzer diviene una tarantella e con un piglio del quale io stessa mi sorprendo: “Quand’è così meglio allungare un po’: riva. Ho alcune cose da chiederVi.” Lui appare lievemente turbato, non so se più dal tono o dalle parole: “Chiedete. Spero di avere le giuste risposte.” Io peccando di civetteria: “Questo dipenderà solo da Voi.” Lui tace e questo è sufficiente a farmi abbassare immediatamente la cresta: “Non preoccupateVi, non è nulla di così grave ma una cosa me la dovete proprio dire perché ancora adesso non riesco a spiegarmela.” Ora sembra più curioso che preoccupato: “Ditemi, Vi prego!” Ai piedi del ponte fermo le danze. Mi rivolgo verso di lui e con un pizzico di incertezza: “Due settimane fa ho ricevuto la vostra splendida lettera e Voi sapete quanto mi abbia resa felice, ma poi non Vi siete più fatto vedere, come mai?” Lui si fa serio e chiude gli occhi sotto il peso della colpa: “Perdonatemi. Ve lo dirò ma prima ho bisogno del vostro perdono.” Io rimango confusa davanti alla sua richiesta: “Va bene. Siete perdonato però non tenetemi sulle spine…” Lui con un pizzico di vergogna elude i miei occhi : “Temevo. Non sopportavo l’idea di un Vostro rifiuto. Sulla spinta della passione mi sono lasciato trasportare ma quando ci si espone così è fin troppo facile essere colpiti ed io non volevo morire. Preferivo vivere di attesa ed illusione. Ora Ve l’ho detto e di nuovo sono senza difese davanti a Voi.” Quella disarmante rivelazione uscita candidamente dalle sue labbra mi inzuppa il cuore di tenerezza: “Come avrei potuto rifiutarVi? E perché avevate tanti dubbi? Forse a causa di Antonio?” Lui mi guarda dubbioso: “Antonio?” Io incalzo: “Si, parlo della sua lettera!” Lui brancola nel buio: “Quale lettera?” Mi chiedo come sia possibile: “Devo dedurre che non ne siete al corrente…” Lui, lapidario: “Non sono al corrente di nulla che accosti il Vostro nome a quello di Antonio.”
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Il terzo incomodo. vediamo come si mettono le cose.D
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