giovedì 8 luglio 2010

33. Ferma, in piedi... e muta

Eccomi sveglia. Mi stiracchio su questo 2 di Novembre. I morti.
Oggi la chiesa sarà più affollata del solito ed un via vai di fiori e rosari solcheranno il viale del cimitero per l’intera giornata. Tutti, ma proprio tutti, porgeranno un saluto ai defunti.
In chiesa potrò rivedere Giovanni. Non fosse per questo darei le spalle a questo giorno e mi rimetterei a dormire.
Mentre perdo tempo dietro a questi inutili pensieri su ciò che farei se i miei desideri contassero qualcosa, lascio cadere distrattamente la testa sulla mia guancia destra e mi accorgo di essere sola: “Ma che ore sono!?” Le piccole si sono alzate prima di me? Deve essere successo qualcosa!
Un colpo di reni, rapido più della mia volontà, mi tira fuori dal letto e mentre ancora incespico nel cercare di infilare le pantofole avverto dei passi frettolosi salire le scale. Rimango lì, ferma, in piedi. Un corpo ancora molle di sonno su un animo teso d’apprensione. Attendo. I passi zittiscono. Un lento movimento della maniglia precede lo schiudersi della porta. E’ mamma. Fa capolino tenendosi per metà fuori dalla stanza: “Ah, sei sveglia allora!” Io rimango ancora lì, ferma, in piedi… e muta. “Noi stiamo andando alla messa…”. Io sempre lì, sguardo fisso ai suoi occhi. “Papà ha ordinato che tu stia a casa…” Io lì, non un cenno, non una parola.“…a riflettere…”. Deglutisco, senza muovere un muscolo. “Ciao Biancaspina, ci vediamo più tardi…” Mamma abbandona un sorriso stentato prima di chiudersi dietro la porta.
Ricado a sedere sul letto, afflosciata nella mia camicia da notte come un pesante sacco vuoto. Ecco qua. E’ arrivato il momento… condannata a reclusione forzata… e per aver fatto che? Per essere nata in questa stupida isola linguacciuta!
Mi sento un macigno sul petto e sotto il suo peso crollo stesa lì dove sedevo. Mi abbraccio la faccia per nascondere lacrime che non voglio versare e perché quando piango divento brutta e nessuno mi deve vedere. Neanche tu, Gesù, che sei rimasto con me mentre tutto il paese sta venendo da te.

6 commenti:

  1. Diventerò monotona se scrivo solo che mi piace? :)

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  2. Certo che no! Anzi ti ringrazio caldamente oh cara amica Elianto, mia unica dispensatrice di commenti! :-)

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  3. Ha ragione Elianto. Bella scrittura, mette voglia di leggerne di più.

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  4. Ciao Enrica! Felice di averti nel mio blog!:-)

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  5. ... io rimango sempre con la curiosità di sapere come va avanti... vai Bianca scrivi scrivi ;o) Cate

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  6. Per chi non sa niente di te, un racconto ermetico,vagamente kafkiano. Leggerti è come comporre le tessere di un mosaico. Le figure cominciano a prendere forma:continuerò a leggerti.Dino

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